martedì 15 febbraio 2011

Monte Scuderi


Nell’antica cartografia siciliana Monte Scuderi è legato al toponimo “Mons Saturnius”. La leggenda narra infatti che nelle viscere del monte si nasconda la tomba del dio Saturno. Saturno che, nel mito, è legato anche all’origine del porto della città di Messina. Secondo il mito, Saturno, per succedere al padre Urano nel governo del mondo, lo uccide evirandolo con una falce. Gettato poi nel mare l’attrezzo parricida avrebbe così creato la zona falcata di San Raineri, porto originario di Messina. Tra i due luoghi esiste anche un collegamento visivo. Da Monte Scuderi è infatti possibile osservare la falce e viceversa. In realtà il toponimo Mons Saturnius, che nell’antichità veniva usato per indicare Monte Scuderi, può essere collegato al fatto che questo luogo costituiva il punto di riferimento del distretto minerario Alì-Fiumedinisi grazie alla straordinaria ricchezza dei filoni metalliferi. Un altro toponimo da cui può prendere origine il Monte Scuderi è quello di “Monte Spreviero” o “Monte Sparviero” per la quantità di questi rapaci che popolavano il monte ma anche per la forma della cima della montagna che ricorda proprio uno sparviero. Monte Scuderi si trova a Nord di Alì Superiore tra i comuni di Itala e Fiumedinisi; è alto circa 1300 metri e isolato dalla dorsale peloritana. Le pareti scoscese terminano sulla sommità con un vasto altopiano da cui lo sguardo può spaziare su tutta l’estrema Sicilia orientale fino alle isole Eolie. Le vie d’accesso per raggiungere l’altopiano sommitale sono essenzialmente due. La prima a N.O. convoglia i sentieri che provengono da Itala, Pezzolo e Altolia; l’altra, a S.E., detta “Porta del monte” è raggiungibile salendo da Alì e Fiumedinisi. La via più interessante per raggiungere il Monte è però quella che segue la strada ex militare lungo il crinale dei Peloritani. Il percorso comincia dal quadrivio detto delle “Quattro Strade” e dopo circa 18 km giunge a Piano Margi. Da qui, per raggiungere la cima del monte è possibile proseguire a piedi lungo un sentiero che si diparte dalla fonte detta di “Acqualima” e che dopo circa un chilometro si congiunge con la strada proveniente da Itala. Anche se presenta una certa difficoltà questo percorso è sicuramente il più suggestivo in quanto offre continuamente scorci e paesaggi di eccezionale bellezza. Geologicamente il monte è costituito da un blocco di calcare bianco che gli fa assumere l’aspetto dei monti carsici. La montagna è inoltre ricca di cunicoli sotterranei che si intrecciano sotto il pianoro sommitale. Furono sicuramente questi anfratti misteriosi a far fiorire numerose leggende. La più famosa e suggestiva è quella della Truvatura.

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