lunedì 1 agosto 2011

"A Truvatura" di Monte Scuderi

La Truvatura è una leggenda che interessa uno dei luoghi naturali più misteriosi e affascinanti della provincia di Messina: Monte Scuderi. Si narra infatti che una giovane principessa, figlia del sovrano che abitava il monte, fu messa dal padre a guardia del suo tesoro, costituito da tre casse ricolme di monete d’oro, di argento e di rame, e dopo aver subito un incantesimo fu costretta a vegliare su di esso per l’eternità. Per entrare in possesso del tesoro bisognerebbe rispettare una serie di rigide condizioni. Innanzitutto la comitiva deve prevedere la presenza almeno di un prete e di una giovane vergine. In secondo luogo bisogna tessere una tela e ricavarne un tovagliolo. Su questo dovranno poi essere mangiati i pesci pescati nel mare di Alì e portati sul monte ancora vivi. Tutte queste operazioni devono essere compiute nella stessa notte, prima che sorga il sole. Una volta finito di mangiare i pesci, bisognerà entrare nella grotta dove si trova il tesoro e in fondo alla quale si incontrerà un gigantesco serpente. I cercatori della truvatura, che verranno avvolti uno per uno dalle spire del serpente e leccati sul viso, non dovranno dimostrare alcuna paura o disgusto, né invocare i santi. Se infatti manifesteranno il minimo timore verranno scagliati lontano e tutto sarà perduto. Superata questa prova comparirà la principessa custode del tesoro e il sacerdote che fa parte del gruppo dovrà leggere delle speciali liturgie per spezzare l’incantesimo. Se le formule saranno corrette il tesoro apparirà al di là di un lago percorso da ondate gigantesche. La vergine del gruppo dovrà allora condurre, con una barchetta, i membri del gruppo, uno alla volta, dall’altro lato. Raggiunta l’altra sponda del lago il gruppo verrà assalito da u enorme cavallo. A questo punto si dovrà contare tredici volte fino a tredici restando uniti e senza avere timore. Solo così l’incantesimo sarà spezzato e i cercatori potranno raggiungere il tesoro. Le motivazioni storiche che possono aver dato origine alla leggenda della truvatura sono essenzialmente tre. L’ipotesi più concreta è legata alla diffusa presenza di filoni metalliferi nei Peloritani ed in particolare nel territorio circostante il monte, e cioè le valli di Briga, Pezzolo, Itala, Alì e Fiumedinisi. La presenza in ogni tempo di persone e gruppi, soprattutto stranieri, che si addentravano nelle grotte del monte, generò infatti nelle popolazioni locali la convinzione che al suo interno si nascondessero preziosi tesori. La seconda ipotesi potrebbe derivare dal fatto che le grotte di Monte Scuderi nascondevano i tesori provenienti da piraterie o da rapine e furti da parte di briganti che poi trovavano qui riparo e difesa. Infine la nascita di leggende fu favorita anche dall’esistenza sull’altopiano sommitale di un vasto insediamento fortificato, identificato di recente con la città bizantina di Micos o Vicos. Così quanti in passato osservarono sul monte le tracce di questo sconosciuto centro, facilmente, passarono all’elaborazione di fantomatici tesori nascosti. Il patrimonio di maggior valore posseduto da Monte Scuderi è però sicuramente costituito dalla meraviglia della natura. Una natura viva che, attraverso il silenzio, è capace di suscitare nell’uomo un elevato senso di serenità e armonia.

Nessun commento:

Posta un commento